Ruggero Barbetti

La destra è il nuovo centro

«Sovranisti e Conservatori su principi e valori, Presidenzialisti e Liberali sulle riforme»

Frecce tricolori 001

LA CRISI DI UN PAESE

L’Italia è un Paese alla deriva, senza guida, in cui è evidente la crescente debolezza dello Stato. L’Italia non ha più una politica estera e sta scivolando in una posizione di irrilevanza sul piano internazionale. Ci si limita a un atteggiamento di sistematica sudditanza verso gli interessi esteri che purtroppo va di pari passo con la svendita di importanti asset nazionali, pubblici e privati. L’Italia non sa difendere i propri obiettivi nell’ambito di un’integrazione europea ormai a guida tedesca.

Non c’è più un’effettiva sovranità nazionale. Le frontiere sono tornate ad essere un colabrodo e favoriscono un’insostenibile immigrazione clandestina. Lo Stato non controlla più il territorio nazionale, le città sono degradate e dilaga il malessere sociale.

Alla criminalità sempre più diffusa si oppongono il buonismo e il perdonismo, tipici della Sinistra italiana e non solo, che sono il terreno fertile del razzismo e della xenofobia. Sempre più spesso, le forze di polizia sono state umiliate con provvedimenti volutamente mortificanti. Siamo un Paese chiuso in se stesso ma aperto a tutti. Il Risorgimento non è servito. Siamo tornati agli staterelli che chiedono aiuto all’esterno per risolvere beghe interne.

Non esiste una politica economica di sviluppo e infatti cresce la disoccupazione, il tessuto produttivo si impoverisce, il sistema fiscale è opprimente. Il “made in Italy” non è tutelato e ci sono settori strategici come il turismo o l’agricoltura che sono abbandonati a loro stessi. Le imprese italiane sono asfissiate dalla restrizione creditizia. Gli adempimenti burocratici sono sempre più pesanti a causa di una macchina dello Stato che non funziona ed è sempre più costosa.

Quella italiana è una “crisi a matrioska” dove i vari livelli (istituzionale, sociale, economico) sono l’uno dentro l’altro. Le difficoltà dell’Italia sono ancor più gravi perché si sviluppano in una più ampia crisi dell’Occidente.

La nostra civiltà è ormai incapace di difendere la propria identità e di preservare le radici su cui si fonda.    I principi e i valori che sono alla base della società occidentale sono aggrediti dall’islamismo radicale, dal laicismo, dal materialismo. Tutto questo accade senza suscitare una presa di coscienza sulla gravità della situazione, in ossequio a un atteggiamento “politically correct” del tutto inadeguato rispetto alle sfide in corso. In questo scenario, pesa il declino dell’Unione Europea.

L’Europa era un sogno. I sogni agganciati alla realtà diventano una “visione”. Ma i sogni sganciati dalla realtà diventano spesso “un incubo”. Ed è proprio in un incubo che ci hanno portato i tecnocrati.

Dal Medioevo in avanti, lo Stato si riconosceva in due diritti: stampare moneta e difendere i confini.

Oggi l’Europa stampa moneta, ma non difende i confini. All’Europa manca completamente la dimensione Politica.

La Brexit, le sospensioni di Schengen, le divisioni tra gli Stati membri, le frontiere colabrodo sono tutti sintomi di un’Europa malata, debole e incerta.

L’Europa è un «vaso di coccio» stretto tra le superpotenze: gli Usa, la Russia e la Cina.

LA RISPOSTA SBAGLIATA

La crisi italiana ha cause antiche e complesse ed è un fenomeno di lunga durata, strutturale. Non ci sono scorciatoie per invertire il trend e bisogna prendere atto dell’impossibilità di governare con una forza politica, i 5 Stelle, che in tutte le sedi ha sostenuto e sostiene politiche per la decrescita felice. Ma non è finita qui: prima o poi gli italiani avranno la possibilità di andare a votare e di dare la loro preferenza al centro destra.

Oggi è di solare evidenza che il Governo giallorosso è la risposta sbagliata e gli osservatori più attenti hanno preso atto che gli annunci delle iniziative legislative messe in cantiere non possono incidere in alcun modo sui reali problemi del Paese. Mirano semplicemente a propagandare un’immagine di cambiamento ma è oramai evidente come le politiche economiche e la legge di stabilità che questo governo ha proposto siano impalpabili, irrazionali, concepite in un’ottica mediatica e non certo di reale utilità pubblica.

IL CAMPANELLO D’ALLARME PER IL GOVERNO

I sondaggi confermano questo quadro d’insieme. Dopo una fase iniziale di incertezza dell’elettorato, l’azione del Governo giallorosso ha iniziato a deludere tanti italiani e mentre i consensi al Pd sono in diminuzione quelli al M5S sono addirittura in caduta libera. Il Movimento 5 Stelle, che ha più che dimezzato i voti, si è presentato come un movimento di protesta che però ha dimostrato di non essere attrezzato per guidare il Paese e di assomigliare sempre più a una setta che a un partito. L’andamento degli ultimi mesi lascia presagire per i partiti che sostengono questo Governo una parabola discendente accentuata dai crescenti problemi sociali ed economici a cui non viene data adeguata risposta.  Se Conte e il M5S sono sempre più in crescente difficoltà, anche il PD e la sinistra in genere non possono cantare vittoria.

LO SCATTO D’ORGOGLIO

L’Italia affonda. Ci vuole uno scatto d’orgoglio del Paese e di tutto il Centrodestra.

È il momento di avviare una nuova operazione politica inclusiva, trasparente e costruttiva che non nasce contro qualcuno e non vuole garantire rendite di posizione. Un’iniziativa realmente “aperta”, pronta a recepire contributi esterni ed a favorire nuovi ingressi.

Per la realizzazione di questo nuovo progetto è necessario:

  • recuperare settori della società e della politica riavviando uno scambio reciproco di idee, risorse, energie;
  • rilanciare un’offerta politica credibile e di qualità che sia basata sugli interessi nazionali;
  • rinnovare una classe politica arroccata favorendo nuovi ingressi e un ricambio generazionale;
  • riaffermare il bipolarismo e i valori sovranisti, conservatori, federalisti, liberali e popolari che saranno sempre alternativi rispetto alla Sinistra e al M5S.

Il ruolo naturale del Centrodestra è rappresentare uno dei due schieramenti che si contendono la guida del Paese, delle Regioni e degli Enti locali.  Il bipolarismo è una conquista di civiltà e un bene per il sistema politico perché garantisce governabilità e ricambio.

I VALORI DA CUI RIPARTIRE

La nostra area deve riorganizzarsi e riappropriarsi delle proprie storiche battaglie.

I valori sono il terreno su cui, rispetto alla Sinistra e ai 5S, il Centrodestra è e sarà sempre vincente:

  • la libertà e la fiducia nell’uomo
  • la sacralità della vita
  • la salvaguardia della nostra identità nazionale, della cultura italiana e delle radici giudaico-cristiane
  • il senso di appartenenza all’Occidente
  • la costruzione di un’Europa dei Popoli
  • il bilanciamento tra diritti e doveri
  • la giustizia giusta
  • il liberalismo economico e la concorrenza
  • la tutela della famiglia
  • la libertà politica, culturale, religiosa, educativa
  • la tutela dell’ordine pubblico, della sicurezza dei cittadini, della proprietà privata, dell’iniziativa individuale
  • il sostegno alle PMI e al tessuto artigianale
  • la tassazione equa e sostenibile
  • la semplificazione
  • la sostenibilità ambientale
  • la meritocrazia
  • il popolarismo e la sussidiarietà
  • il buon governo
  • il sostegno alla scuola, alla ricerca, all’innovazione tecnologica.

Il Centrodestra deve tornare protagonista. Deve ripartire dal basso, dal confronto, dalla produzione di idee. Dai valori del Centrodestra può e deve scaturire una proposta politica chiara, coerente, immediata: un programma di governo che risponda alle esigenze della gente e difenda gli interessi dell’Italia.

Noi non ci possiamo rassegnare al declino del Paese.

CONCENTRIAMOCI SU TRE EMERGENZE

A livello generale va riaffermato il concetto di Bene Comune e di superiore interesse della Nazione.

1.) Crisi dello Stato:

  • elezione diretta del Presidente della Repubblica
  • abolizione dei senatori a vita
  • tetto alle tasse in Costituzione
  • supremazia della Costituzione Italiana sulle norme europee.
  • superamento del Bicameralismo evitando la riforma farsa del Senato già bocciata dagli elettori
  • riordino degli enti locali
  • investimenti per la buona amministrazione
  • semplificazioni procedurali e digitalizzazione

2.) Degrado delle città e del territorio:

  • lotta all’immigrazione clandestina
  • contrasto al commercio illegale
  • innalzamento delle pene per i reati contro la persona e il patrimonio
  • investimenti sulla sicurezza
  • tutela delle Forze dell’Ordine

3.) Crisi economica:

  • rivoluzione fiscale con Flat Tax e semplificazione del sistema
  • detassazione degli investimenti
  • finanziamenti alle imprese
  • difesa del made in Italy
  • sviluppo dell’occupazione

In particolare, sul versante economico, è preponderante il problema dell’altissimo debito pubblico. Una patrimoniale o nuove tasse sono strade impercorribili mentre la spending review, per quanto auspicabile, non può essere l’unica risposta.

Per questo, appare necessario il ricorso a un’operazione straordinaria basata sulla valorizzazione degli asset del Paese e non sulla vessazione di imprese e lavoratori. L’abbassamento della pressione fiscale deve raggiungere le famiglie e non solo le imprese.

Va poi affrontata una profonda riforma della Carta Costituzionale che ormai non funziona e non regge più. È impossibile una vera azione di governo dato che tra i poteri dello Stato regnano confusione e contrapposizione. Questa Carta ha creato un equilibrio improduttivo tra soggetti che agiscono senza responsabilità e senza potere. È anacronistica ed è oramai chiaro che non garantisce più un razionale funzionamento delle istituzioni. Tra Quirinale, Governo, Parlamento, Consulta e CSM c’è un caos continuo e un susseguirsi di invasioni di campo.

IL CORAGGIO DI AGIRE

Questo documento è naturalmente “aperto” a modifiche, integrazioni e aggiustamenti di rotta ma si basa su un punto fermo: la necessità di dar vita ad una rinnovata azione politica che rappresenti gli interessi degli italiani e che sia anche protagonista e promotrice di una fase “costituente”.

È necessario coinvolgere tutti quelli strati della società civile che, negli ultimi anni, sono rimasti insensibili alla partecipazione politica e che invece devono essere chiamati a svolgere un ruolo fondamentale per la rinascita della Nazione.

Le ultime elezioni europee, regionali e comunali hanno dimostrato che gli elettori vogliono il Centrodestra e puniscono il M5S e la Sinistra.

È nostro dovere dare una degna rappresentanza politica a questo sentimento diffuso.

I valori e le regole sono la base per tornare alla guida del Paese e attuare la rivoluzione sovranista e liberale che l’Italia necessita.

 

«Ci si può pentire di tutto
ma non di aver avuto coraggio»