Ruggero Barbetti

Prima la Toscana

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Un auspicabile e finalmente possibile nuovo e diverso Governo della nostra Regione deve costituire l’occasione per un cambiamento che punti decisamente a favorire e migliorare le politiche della sicurezza personale, della salute, dell’istruzione e della formazione, del benessere economico, del lavoro e della conciliazione dei tempi di vita, delle relazioni sociali, del benessere soggettivo e della qualità di tutti i servizi.

Allo stesso tempo non bisogna però dimenticarsi di mettere a valore i nostri caratteri peculiari come la salvaguardia del nostro patrimonio culturale, di quello storico e di quello paesaggistico e ambientale.

Il cambiamento che propongo deve quindi rappresentare anche un’occasione per valorizzare tutte le eccellenze del Made in Elba e del Made in Tuscany.

E’ per questo che il Governo della Regione Toscana che io propongo deve porre al centro dell’azione amministrativa tutti quei cambiamenti volti al miglioramento della qualità della vita dei propri Cittadini, attivando le necessarie azioni strategiche con mirati interventi nei settori essenziali.

C’è un evidente bisogno di una svolta e io propongo 11 AZIONI PER CAMBIARE.

11 AZIONI X CAMBIARE:

1) Più Qualità di Vita

Il nuovo Governo Regionale, a cui io penso, dovrà ispirarsi ad una visione strategica che abbia al centro il miglioramento della qualità della vita dei singoli abitanti e dell’intera comunità regionale, con il conseguente miglioramento di tutti quegli indicatori riconosciuti utili a definirla e che la avvicinano sempre più al raggiungimento della “felicità” e sempre meno al solo Prodotto Interno Lordo (PIL), oltretutto in caduta libera nella nostra Regione.

Nel 1968 Robert Kennedy, in quello che venne definito il “discorso sul PIL”, affermò che “non troveremo mai un fine, né per la nazione né per la nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico. Il PIL non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la nostra devozione al nostro Paese.  Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere.  Il Pil misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”.

Oggi nuovi studi e nuove politiche hanno razionalmente dimostrato la validità di questa “visione   strategica” e hanno portato a numerose proposte di nuovi indicatori come, per esempio, il Benessere Equo e Sostenibile (BES) elaborato da parte del CNEL e dell’ISTAT.

Come indicatori vengono considerate 12 dimensioni: l’ambiente, la salute, il benessere economico, l’istruzione e la formazione, il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, le relazioni sociali, la sicurezza personale, il benessere soggettivo, il paesaggio e il patrimonio culturale, la ricerca e l’innovazione, la qualità dei servizi, la politica e le istituzioni.

L’aver identificato questi parametri correlati tra di loro, permette di pensare che possano favorire uno sviluppo equilibrato che punti ad una migliore qualità della vita e quindi anche ad un maggior grado di “felicità”. L’insieme di queste considerazioni e la storia della Toscana devono portare il Governo regionale a difendere e valorizzare le caratteristiche proprie del territorio e delle comunità locali. Gli abitanti della Toscana hanno un’aspettativa elevata di qualità della vita e le nostre bellezze naturali e culturali rappresentano motivi indubbi di attrazione per un turismo sempre più qualificato.

Ritengo quindi che al centro della nostra azione politica ci debba essere quella che io chiamo la “Visione Strategica” e che io individuo nella Qualità della Vita e nel miglioramento di tutti quegli indicatori che la avvicinano sempre più al raggiungimento della felicità e sempre meno al PIL.

Ripartiamo da qui, da questa visione strategica sia per un Nuovo Rinascimento Toscano che per Riprenderci il Nostro Futuro.

2) Più Sicurezza e Meno Clandestini

Prevenzione e contrasto alla criminalità

Sicurezza e tutela del cittadino sono priorità assolute e dovranno essere affrontate con interventi urgenti ed incisivi anche attraverso la realizzazione di un efficace presidio del territorio ed il coinvolgimento della regione e degli enti locali in “Patti territoriali per la sicurezza”.

La sicurezza è un bene primario da cui deriva la serenità necessaria in una collettività per vivere e coltivare quotidianamente quelle relazioni fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico.
E’ quindi necessario istituzionalizzare una rete organizzata di collaborazioni a base volontaria e sociale con enti locali, associazioni, fondazioni, comunità di recupero e organizzazioni di volontariato per la realizzazione di interventi volti a prevenire e combattere il fenomeno della criminalità organizzata senza però dimenticare l’usura e le truffe nei confronti delle persone anziane. La realtà toscana, proprio per la vitalità del tessuto economico-sociale, è oggetto di interesse non solo da parte della criminalità organizzata ma anche della micro criminalità. Bisogna quindi proporre al governo centrale, la modifica delle regole del patto di stabilità, introducendo la possibilità per i Comuni virtuosi, di assumere personale qualificato nel settore della vigilanza, così da rendere le amministrazioni in grado di poter operare con maggiore efficacia il controllo del territorio di pertinenza.

Al centro di tutto ci deve quindi essere più collaborazione con le Forze dell’Ordine per una loro maggiore presenza sul territorio anche con l’incremento della polizia di prossimità e pertanto con poliziotti e carabinieri sempre più vicini alla gente per rafforzare così la prevenzione dei “reati diffusi” (furti in appartamento, scippi e borseggi, furti di oggetti personali e rapine, danneggiamenti e furti d’auto, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, ecc.).

Per cui il mio impegno ad introdurre misure per:

  • aumento progressivo delle risorse per la sicurezza locale;
  • contrasto all’insediamento abusivo di nomadi e allontanamento di tutti coloro che risultino privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza;
  • incentivi per installazioni di sistemi di sicurezza nelle attività commerciali;
  • iniziativa della Regione con il Governo italiano e di conseguenza con l’Unione Europea affinché non si attuino più sanatorie indiscriminate per i clandestini;
  • tutela dell’ordine pubblico dagli attacchi alla legalità da parte dei clandestini, mediante l’introduzione di misure operative idonee alla loro identificazione ed alla loro reale espulsione;
  • collegamento tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.

3) Più Sanità e Più sociale

IL SERVIZO SANITARIO

La Sanità costituisce uno dei servizi essenziali cui, in egual misura, hanno diritto tutti i cittadini che comunque ne sopportano gli oneri anche mediante prelievi fiscali di carattere generale.

Una Sanità che, per essere coerente con le esigenze di una società evoluta, deve assolvere ai principi di appropriatezza dei trattamenti, adeguatezza delle prestazioni, tempestività nell’erogazione dei servizi oltre che di agevole accessibilità agli stessi. E questo, anche se è necessario che venga assicurato in tutti gli stadi della prevenzione, della cura e della riabilitazione, maggiormente deve essere salvaguardato nei casi dell’improvviso insorgere di uno stato di serio malessere (spesso ancora carente di appropriata diagnosi).

Pertanto è indispensabile promuovere ad ogni livello ed in ogni contesto i centri metropolitani ed universitari regionali di eccellenza sanitaria, perché siano costantemente adeguati alle sempre più sofisticate ed innovative tecniche sia nell’indagine diagnostica che nella pratica interventistica: non solo per la diretta attività a favore della cittadinanza, ma anche a supporto delle altre realtà sanitarie territoriali. Questo non deve però consentire di trascurare la tutela dei territori periferici che purtroppo, nel susseguirsi dei vari piani di riforma sanitari, risultano essere stati dal Governo regionale sempre più marginalizzati, in ossequio ai principi ragionieristici e di economicità non sensibilizzati alle esigenze di un’utenza sempre più trascurata.

Queste indispensabili premesse ci portano a riconsiderare le ultime determinazioni connesse alle scelte sanitarie regionali, specialmente in ordine alla classificazione dei presidi ospedalieri del nostro ambito territoriale, in merito a quanto concerne la zona a sud di Livorno, dove si trovano gli ospedali di Cecina, di Piombino e dell’Elba.

Per togliere a tutti alcuni servizi di cui erano prima dotati si è inventata la messa in rete degli stessi ospedali, pensando così che il servizio non più erogato da ciascuno di essi a favore dell’utenza di competenza, potrebbe essere erogato ora dall’altro presidio più vicino. Quindi l’organizzazione della struttura a rete che si vuole/voleva porre in essere, invece che apportare adeguati miglioramenti negli assetti sanitari territoriali, serve solo a tentare di fronteggiare (senza riuscirci) i tagli che si vanno ad operare con il risultato di un sensibile svantaggio rispetto alle necessità dell’utenza. E questo senza contare che nei nostri casi si ragiona di zone dedite al turismo ricettivo nelle quali risulta del tutto fuorviante il rapporto popolazione/entità dei servizi da assegnare, considerato che si tratta di ambiti per i quali la popolazione residente non rappresenta l’entità effettiva dell’utenza stanziale nella maggior parte dell’anno.

Se questo tipo di organizzazione è inaccettabile sia per Piombino che per Cecina, la situazione dell’Elba poi rappresenta la parte più emblematica dell’erroneità del sistema “riformatore” che volevano introdurre:

  • non si riesce a capire quale sia il presidio più vicino su cui appoggiarsi, visto che c’è di mezzo il mare e che ci sono giorni in cui il continente non è assolutamente raggiungibile con qualsiasi mezzo;
  • che agli oltre 35.000 abitanti/utenti dei soli tre mesi invernali si aggiungono mediamente altri 50.000 – 100.000 stanziali/utenti nei vari periodi autunnali e primaverili, finche diventano almeno 250.000 nei mesi estivi; senza contare la popolazione carceraria di una delle più affollate Case di Reclusione.
  • che si passa addirittura da un ospedale di base ad un semplice presidio di prossimità, pur consci che non basta l’aria buona dell’Elba e della costa a preservare da tutti i mali;
  • che non viene neanche considerata la possibilità di deroga, pur se rapportata alla sola popolazione residente, trattandosi di territorio insulare e quindi per stessa previsione di legge soggetto a deroga.

Il mio intervento programmatico intende invece essere a sostegno di una organizzazione ospedaliera che non depauperi i singoli ospedali del territorio periferico dall’erogazione di servizi essenziali e che, superando una deprecabile guerra tra poveri, la messa in rete sia finalizzata a portare miglioramenti quali-quantitativi ai servizi esistenti, servizi che non possono essere oggetto di contrattazione né di contrazione.

Una messa in rete che invece deve prevedere la propria integrazione, per le esigenze sanitarie territorialmente inevase, con un Presidio ospedaliero di livello sovra zonale sempre più adeguatamente dotato di strutture e competenze di alto spessore specialistico:

  • Presidio ospedaliero che, per la costa provinciale, deve essere individuato in quello di Livorno, quale struttura adatta a corrispondere alle ulteriori esigenze di salute, con il superamento della previsione di una nuova costruzione ospedaliera a Montenero anche per favorire nel Presidio attuale sempre maggiori aree operative di eccellenze sanitarie, compreso un nuovo monoblocco specifico per la medicina d’urgenza.

A tal fine mi adopererò in modo che l’economicità della spesa non debba avvenire sempre a scapito dell’entità e qualità dei servizi per il cittadino, ma passare necessariamente attraverso l’attenta politica dei costi, l’adeguata compressione degli sprechi, oltre che una più conforme vigilanza per contrastare azioni di colpevole ed indebita distrazione di risorse, a volte anche a fini personali, come è purtroppo accaduto in alcune Asl della nostra Regione.

Così come ritengo pure che il cittadino, nell’ambito del servizio sanitario, non debba essere ancora considerato “paziente” (di pazienza ne ha avuta ormai fin troppa nel corso di vari decenni) ma “cliente” (visto che, come ogni cliente, paga il servizio sia con il versamento delle imposte che con il pagamento di onerosi tickets).

Così come mi adopererò per fare introdurre misure intese ad eliminare od almeno ridurre i casi di danni (peraltro spesso non più riparabili) causati da inefficienze organizzative nel settore della sanità pubblica regionale.

IL SERVIZIO SOCIALE

Il servizio sanitario va necessariamente coniugato con il servizio sociale che insieme debbono costituire le due facce di una stessa medaglia. E’ ben noto a tutti che un ambiente sano oltre che una buona condotta di vita, situazioni che vanno sempre al meglio assicurate a tutti i cittadini, preservano dall’insorgere di stati di malessere e di disagio esistenziale. In altri termini l’affrancamento da povertà e la soddisfazione dei bisogni primari costituiscono la prima prevenzione dalle malattie, consentendo risparmi che possono permettere maggiore e migliore distribuzione di benessere sociale.

Quando pensiamo al welfare emerge la persona, elemento saliente della famiglia con il proprio bagaglio di diritti e l’obbligo intrinseco ad ogni società civile di garantirne la tutela accompagnandolo e sostenendolo in tutte le fasi della sua vita.

Ecco perchè le Istituzioni, ed in primis la Regione per i servizi ad essa delegati, devono intervenire ponendo rimedio a tutte le situazioni di disagio, purtroppo  sempre più frequenti e drammatiche nell’attuale contesto di impoverimento generalizzato della nostra società; con l’obiettivo di recupero delle frange di marginalità e di sostegno ai bisogni emergenti, anche attraverso la valorizzazione delle energie presenti sul territorio, in considerazione della sempre più marcata limitatezza della risorse disponibili.

Si dovrà prendere atto delle enormi problematiche esistenziali, connesse anche alla mancanza di occupazione ed alle criticità in ambito abitativo, quale stimolo per avviare politiche che possano strutturare progetti atti a diminuire un disagio che si va purtroppo sempre più storicizzando.

Per l’attuazione delle mie proposte in campo sociale, propongo programmi territoriali che si prefiggano obiettivi di:

  1. sostegno alle famiglie mediante supporto ai consumi primari, anche attraverso l’abbattimento dei costi dell’energia elettrica, acqua, gas;
  2. tutela della natalità mediante politiche di conciliazione dei tempi di vita/lavoro, oltre che per il riconoscimento di agevolazione sui costi per la fruizione di connessi servizi, e ciò specialmente a favore delle famiglie numerose mediante idonee valutazioni non esclusivamente legate a parametri ISEE (non sempre rapportati a indici di reale bisogno);
  3. incremento dei fondi per il contributo dei canoni di locazione e per la prevenzione degli sfratti esecutivi, adattando strumenti e risorse commisurati ai vari contesti territoriali;
  4. incremento del fondo per la non autosufficienza, con premialità per gli Enti Locali che organizzano servizi di integrazione alla domiciliarità, mediante collaborazioni con il mondo del terzo settore, l’associazionismo, il volontariato;
  5. lotta alla dispersione scolastica, commisurando i fondi del piano educativo regionale ai bisogni del territorio, in presenza di effettive situazioni problematiche connesse ad aree particolarmente disagiate e culturalmente svantaggiate;
  6. incremento dei tirocini giovanili per offrire ai giovani l’opportunità di inserimento lavorativo in aziende, mediante la collaborazione dei centri per l’impiego;
  7. ampliamento dell’utilizzo del micro prestito sociale, individuando organismi professionali, quali deputati all’attivazione della risorsa, in grado di garantire discrezione e professionalità alla realizzazione dell’intervento;
  8. istituzione di punteggi premiali in caso di anziani ultra sessantacinquenni in situazione di isolamento familiare, di genitori separati in caso di assegnazione della casa coniugale all’altro, di famiglie numerose stabilmente residenti in Toscana da almeno 5 anni, di persone invalide o con disabilità, di vedovanza o di mono-genitorialità.

4) Più Scuola e Più Cultura

EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Comunicazione della Commissione Europea del 3 marzo 2010: Europa 2020, una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, prevede la riduzione del tasso di abbandono scolastico a meno del 10% e la necessità di promuovere nuovi modelli fondati su una stretta relazione tra istituzioni formative, mondo del lavoro e sistema territoriale e produttivo di riferimento per lo sviluppo di un’economia dinamica fondata sulla conoscenza, in un’ottica di sostegno alla cittadinanza basata sulla crescita intelligente, sostenibile e pienamente inclusiva.

E’ l’istruzione che protegge dallo sfruttamento, che dà impulso all’economia, che aiuta a prevenire le malattie, che respinge il crimine e che rende cittadini consapevoli. Da anni ormai si guarda all’educazione-istruzione-formazione in una prospettiva di apprendimento permanente e pertanto si va verso percorsi idonei a sostenere la modernizzazione dei sistemi di istruzione e di formazione (l’istruzione scolastica, l’istruzione superiore, l’istruzione e la formazione professionale).

L’educazione, l’istruzione e la formazione hanno un ruolo centrale nello sviluppo sociale, civile, culturale, produttivo e occupazionale: è necessario quindi costruire un più stretto rapporto tra scuola, istituzioni locali, territorio, società e mondo del lavoro. I dati recenti parlano purtroppo di un elevato livello di dispersione scolastica come uno dei principali problemi della scuola italiana. L’abbandono scolastico dà luogo a costi non solo individuali, ma anche sociali ed economici. Le conseguenze individuali dell’abbandono scolastico si trascinano per tutta la vita e tendono a ripercuotersi negativamente sulle opportunità occupazionali, sui livelli di reddito e sulla qualità della vita, mentre le conseguenze socio-economiche tendono nel lungo termine a influenzare la disponibilità di lavoratori qualificati, la capacità di innovazione delle imprese e quindi la crescita economica.

Le mie proposte per la scuola:

  • implementazione di progetti pilota di contrasto all’insuccesso e all’abbandono scolastico;
  • riprogettare e potenziare l’offerta formativa sia per bambini da 0 a 3 anni che per bambini da 3 a 6 anni;
  • colmare le carenze nei servizi fondamentali non coperti dallo Stato;
  • potenziare gli interventi regionali per l’integrazione degli alunni con disabilità;
  • introdurre percorsi educativi al fine di stimolare la partecipazione delle nuove generazioni alla vita pubblica, al rispetto della legalità e del prossimo, attuando anche politiche sul riciclo dei rifiuti all’interno di tutte le scuole;
  • valorizzare i corsi serali delle scuole statali per studenti lavoratori come mezzo di integrazione culturale e di reinserimento professionale rafforzando così di fatto la collaborazione strategica tra scuola, società civile e mondo del lavoro;
  • valorizzare la formazione professionale anche mediante l’introduzione di laboratori di artigianato e di autoproduzione agricola a partire dalle scuole medie;
  • sostenere la pianificazione e la programmazione dell’offerta di formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro (stage-tirocini formativi)

CULTURA

La Toscana costituisce una realtà estremamente ricca per quanto riguarda l’offerta culturale, sia sul piano strutturale che in relazione alle numerose iniziative e attività promosse da soggetti e organismi pubblici e privati. Basti citare alcuni dati: centinaia di musei, biblioteche, sedi di spettacolo, cinematografi, edifici storici di grande valore, collezioni d’arte ed inoltre un’ampia presenza, accanto ai tre Atenei, di istituti culturali, centri di ricerca, luoghi di produzione artistica, audiovisiva e multimediale, mostre ed eventi culturali che si susseguono ovunque, numerosissime associazioni culturali e organizzazioni no profit, impegnate nella realizzazione dei progetti più vari. Si tratta indubbiamente di un patrimonio di grande valore, assai diffuso e profondamente radicato sul territorio, frutto della storia civile e culturale della nostra regione.

L’obiettivo primario delle politiche regionali deve essere quello di consolidare, qualificare e valorizzare tale patrimonio, le esperienze che ne derivano e i soggetti che le promuovono, in una logica di sistema, di evoluzione dinamica, di attenzione alle espressioni artistiche della contemporaneità e della creatività giovanile e di equilibrio territoriale aumentandone le opportunità di fruizione da parte dei cittadini.

La cultura oggi è anche un mezzo per crescere e non solo da conoscere.

Una politica pubblica per la cultura, dove anche il privato può svolgere una utile funzione complementare, dovrebbe lavorare simultaneamente su tre profili:

  • conservare e valorizzare il patrimonio culturale;
  • attrarre l’economia turistica interna ed internazionale;
  • istituire un Fondo di Sostegno alla Creatività con l’utilizzo delle relative risorse per promuovere, anche attraverso la formazione di giovani in raccordo con le università e le imprese, lo sviluppo integrato di tutti i 12 settori che – secondo la moderna economia della cultura – sono considerati parte della creatività: la Moda, il Design Industriale e l’Artigianato, l’Industria del Gusto, il Software, l’Editoria, la TV e la Radio, la Pubblicità, il Cinema, il Patrimonio Culturale, la Musica e lo Spettacolo, l’Architettura, l’Arte Contemporanea.

5) Più Ambiente

Contro la decrescita della Toscana, subito la modifica del Piano del Paesaggio.
Non solo lo sviluppo ma anche la conservazione deve essere sostenibile.

La difesa dell’ambiente è una tematica nella quale i governi regionali svolgono un ruolo chiave, sia perché gestiscono gli strumenti di pianificazione, sia perché sono gli unici a possedere la capacità di comprendere le potenzialità e i problemi dei propri territori. E’ quindi indispensabile migliorare con uno sviluppo razionale della pianificazione la qualità del territorio e degli insediamenti e quindi migliorare la qualità della vita attraverso la pianificazione di un territorio a misura d’uomo, capace di tutelare le proprie risorse essenziali ed il paesaggio.
Spetta dunque a chi governa la Toscana integrare l’attenzione all’ambiente in tutte le politiche, con un approccio che sappia conciliare gli obiettivi di tutelare e difendere le nostre risorse naturali con quelli di promuovere la crescita produttiva per realizzare uno sviluppo forte e sostenibile.

Purtroppo la Regione, con la riforma delle politiche per il territorio, si è dotata di strumenti legislativi, come la legge 65/2014 di Governo del Territorio ed il Piano del Paesaggio, che non permettono una corretta attività strategica di pianificazione della gestione del territorio e delle sue trasformazioni, ma anzi penalizzano, anche con un eccesso di burocrazia, le aspettative di crescita e di sviluppo sostenibile da parte delle imprese e dei cittadini elbani e della costa toscana.

Bisogna perciò adottare nuove politiche di tutela che coinvolgano, in un sistema di leggi e regole chiare, i vari livelli di governo e di amministrazione. E al contempo favorire la diffusione di una moderna educazione ambientale, avvalerci delle forze che partono dalla cittadinanza, valorizzare il contributo di tutti i cittadini e soprattutto quello degli studenti. Affinchè l’attenzione all’ambiente non sia ostacolo, ma occasione per una crescita sostenibile, bisogna credere fermamente nella necessità di favorire l’innovazione tecnologica, promuovere gli investimenti delle imprese, incentivare prodotti e processi produttivi rispettosi dell’ambiente.

Il mio pensiero è che la green economy deve essere una straordinaria opportunità di crescita e di innalzamento della qualità della vita.

Difesa del suolo e del paesaggio:

  • le azioni che intendo mettere in campo sui temi del territorio e della protezione civile prendono le mosse dalla convinzione che la terra sia un bene prezioso che deve essere salvaguardato e al contempo valorizzato ma senza eccessiva burocratizzazione né penalizzazione per imprese e cittadini come invece è avvenuto anche con le ultime norme approvate. Siamo convinti che il territorio sia di tutti. Per questo bisognerà iniziare a definire nuovi indirizzi di pianificazione negoziata, raccordando il governo del territorio regionale con le politiche territoriali locali nella direzione di uno sviluppo intelligente e condiviso della Toscana del futuro.
    Tra i princìpi fondamentali che dovranno essere posti a guida e orientamento delle politiche territoriali ci sono l’attenzione alla qualità delle aree urbane, il buon uso e il non consumo indiscriminato di suolo, il riuso e il recupero delle aree dismesse e la sicurezza idrogeologica.
    Per raggiungere questi obiettivi il metodo da utilizzare sarà quello di modificare gli attuali strumenti normativi regionali in materia di urbanistica: vale a dire andando nella direzione di favorire la condivisione d’intenti a ogni livello territoriale e amministrativo, incoraggiando le partnership pubblico-privato e il project-financing, ricercando un ampio consenso e offrendo sempre certezza dei costi e dei tempi.

 Salvaguardia del verde:

  • tutela e valorizzazione dei parchi naturali, facendo anche leva sulle loro ricadute in ambito turistico, sociale ed economico al fine di implementare attività imprenditoriali e produttive, quali la valorizzazione dell’artigianato e del turismo responsabile che ricerca la “qualità ambientale” e la fruizione di “beni e valori storico-culturali”;
  • salvaguardia e rilancio delle aree disagiate, dalle aree montane alle isole, attraverso una politica che sappia favorire importanti investimenti per migliorarne l’attrattività, l’innovazione e l’accessibilità;
  • revisione radicale e semplificazione della normativa ambientale regionale per favorire lo sviluppo sostenibile, la ricerca e l’innovazione;
  • potenziamento dell’educazione ambientale nelle scuole al fine di garantire un maggior coinvolgimento della popolazione, a partire dai più giovani, nelle politiche regionali di tutela e valorizzazione dell’ambiente.

Promozione delle energie rinnovabili:

  • implementazione delle politiche di efficienza energetica con particolare attenzione, sostegno ed incentivazione delle diverse forme di energia rinnovabile (solare termico, fotovoltaico e biomasse);
  • sostegno all’edilizia sostenibile al fine di coprire parte del fabbisogno energetico degli edifici con fonti rinnovabili.

Smaltimento dei rifiuti:

  • sostegno all’implementazione della raccolta differenziata e del riciclo anche mediante contributi a progetti specifici (stazioni ecologiche, piattaforme di recupero materia, auto-smaltimento, raccolte porta a porta);
  • favorire le filiere di recupero presenti sul territorio attraverso la sinergia pubblico/privato da sviluppare anche per la problematica dei rifiuti speciali con le imprese in un’ottica di efficacia e efficienza dell’intero sistema.
  • Va definita con chiarezza e coraggio una rete regionale di impianti di recupero e di smaltimento (termovalorizzatori), che consenta di chiudere il ciclo di tutte le filiere all’interno della Toscana, sia per quanto riguarda le filiere di riciclo e recupero, che per quanto riguarda il trattamento degli scarti del riciclo e dei rifiuti non riciclabili.

Calamità e rischi idrogeologici:

  • sostegno ai Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti per opere di pronto intervento per calamità;
  • sostegno ai cittadini e alle imprese che subiscono danni in seguito a calamità naturali, come la perdita della casa o il danneggiamento delle strutture produttive, con riferimento al reale danno subito;
  • interventi preventivi per evitare o mitigare disastri idrogeologici: rafforzamento delle azioni di monitoraggio, sistemazione di corsi d’acqua e versanti instabili, istituzione di un piano straordinario per la valutazione dei rischi naturali e antropici.

6) Meno Fisco e Meno Burocrazia

IL FISCO

Probabilmente l’istanza maggiormente rivolta alla pubblica Amministrazione è quella di meno fisco e meno burocrazia, esigenza sentita da tutta la gente senza eccezione alcuna.

Per quanto riguarda la pressione fiscale, c’è la necessita non solo di una rilevante riduzione delle imposte già esistenti, ma anche di un freno all’introduzione di nuovi balzelli, attività in cui le nostre Amministrazioni sembrano non avere rivali. Il sistema che ormai pervade tutti i livelli di governo, a cascata da quello nazionale a quelli periferici, crea per il cittadino gravi difficoltà anche solo per lo stesso assolvimento dell’obbligo fiscale. Senza contare l’enorme entità dei prelievi che, azzerando oltre la metà dei redditi, non permettono non solo i consumi ma anche la possibilità di investimento nelle attività imprenditoriali e di sviluppo.

A tale stato delle cose si dovrà far fronte con una politica di razionalità della spesa pubblica, di utilizzo di risorse solo per le primarie esigenze di gestione, di uso dei mezzi e strumenti a disposizione limitatamente alle attività prettamente istituzionali ed obbligatorie, di contrazione di privilegi ad ogni livello, di lotta agli sprechi, di introduzioni di tecniche di dimagrimento degli apparati pubblici e di contrasto all’azione di distrazione di fondi pubblici. Oltre, beninteso, ad una maggiore attenzione a sacche di evasione fiscale.

Queste misure correttive di contrasto hanno necessità di essere adottate non solo a livello nazionale ma anche a livello decentrato; e non sussiste il minimo dubbio che le Amministrazioni Regionali debbano essere impegnate in tali azioni mitigatrici, anche per consentire ai propri cittadini di indirizzare parte dei propri redditi in attività produttive e di investimento. Semplici e buone pratiche che potranno risollevare il nostro territorio regionale dalla situazione di stagnazione di questi ultimi anni.

LA BUROCRAZIA

Non c’è da sottovalutare, unitamente all’esosità e farraginosità dell’azione fiscale, l’altra piaga che affligge il normale utente per ottenere un servizio da parte della pubblica Amministrazione: “la burocrazia nei procedimenti amministrativi”. Lo spaventoso e così detto “iter burocratico”, molte volte reso insormontabile da una azione amministrativa puntigliosa ed ottusa, diventa per il cittadino un onere molto spesso gravoso quanto le tasse, tenuto conto dell’impiego di tempo e mezzi per venire a capo di una situazione il più delle volte per sé stessa semplice, pur senza sottacere che la complessità della burocrazia porta a deprecabili episodi di favoritismo, non sempre in buona fede e non sempre a costo zero per i cittadini. E pensare che nel tempo sono state sempre più introdotte normative intese alla semplificazione dei pubblici procedimenti ma sembra che la macchina burocratica, per giustificare la propria esistenza, debba fare affidamento anche su trascurabili difficoltà procedurali, introducendo ad arte anche vessatori cavilli tecnici.

Io ritengo che, anche a livello regionale, debba essere adottata una consapevole e competente azione di contrasto a tale stato deleterio di procurate difficoltà, ormai non più sopportabili nell’attuale era di sviluppo informatico. Mi impegno, fin da ora, per l’introduzione di puntuali disposizioni di contrasto all’eccedenza di burocrazia nei pubblici uffici regionali, con estensione anche alle realtà amministrative pubbliche territoriali periferiche; connettendo alle stesse disposizioni precise azioni premianti per esiti positivi sia nella contrazione dei tempi di conclusione dell’iter, che nella limitazione di reiterate sterili richieste di produzione di atti da parte dell’utente.

7) Più Impresa e Più Lavoro

La crisi economica e non solo quella causata dal COVID-19, ha investito tutti i comparti del territorio toscano. Questa burrasca ci ha fatto fare tanti passi indietro a causa di un Governo regionale che non è riuscito a tenere la barra dritta facendoci così perdere la giusta rotta.
Questo è purtroppo accaduto perché è mancata una straordinaria risorsa, che nel contesto attuale risulta ancor più preziosa: la capacità di muoversi come sistema, secondo una dinamica di dialogo e di confronto, nel rispetto dei differenti ruoli ma con la necessaria coesione. E’ mancato un metodo di lavoro come quello del partenariato, che non ha visto il pieno e reale coinvolgimento dei corpi intermedi toscani a tutti i livelli, produttivo, logistico, distributivo, di ricerca. Così come è mancato e manca un vero e proprio Patto per lo Sviluppo che, se omogeneo,potrebbe e dovrebbe essere realizzato con i rappresentanti del mondo economico e sociale della Regione.

In un contesto quindi caratterizzato da un’importante contrazione della domanda, che impone la necessità di moltiplicare tutte le opportunità di investimento per intercettare sempre più efficacemente sia la domanda interna che quella estera, ritengo necessario, nell’ottica di riduzione della pressione fiscale e quindi per sostenere l’economia e l’occupazione locale:

  • realizzare prioritariamente azioni di supporto alle imprese, nell’ambito delle possibilità che le Regioni hanno di agire sull’aliquota Irap di base prevedendo agevolazioni ed esenzioni specifiche anche attraverso la definizione di una moratoria in accordo con lo Stato, per un periodo di almeno 3 anni, che consenta di far diventare alcune aeree della Toscana una No Tax Area per chi crea valore: nuove imprese, imprese che assumono giovani, neo-professionisti che avviano l’attività professionale, no profit e terzo settore, imprese a impatto ambientale zero, imprese turistiche, culturali e di valorizzazione del territorio, botteghe e negozi storici, aziende agricole e micro produttori locali.
  • Obiettivo: creazione di nuovi posti di lavoro di cui almeno 1/3 a tempo indeterminato e almeno 1/3 destinato a giovani under 30.

Per l’impresa ritengo prioritario:

  • istituire una “Agenzia Regionale dello Sviluppo Economico”, che svolga una opera di controllo e di coordinamento strategico a più livelli, in merito a tematiche che coinvolgono il mondo del credito alle imprese e più in generale le problematiche delle Micro Piccole e Medie Imprese;
  • tutelare la filiera della produzione, attraverso meccanismi di controllo della qualità da introdurre sulla filiera produttiva con l’obiettivo di cogliere l’esigenza di intercettare nuovi mercati e utilizzando tutte le condizioni favorevoli per promuovere la stabile espansione del Made in Tuscany;
  • sostenere concretamente l’innovazione, in particolare gli incubatori di ricerca, le start-up innovative anche attraverso la facilitazione del rapporto tra università e imprese;
  • ridurre gli adempimenti amministrativi e burocratici sulle micro e piccole imprese e agevolare la loro competitività incentivando e valorizzando l’espansione della banda larga ed ultra larga sul territorio regionale, con particolare attenzione alle zone produttive del nostro territorio;
  • essere ancora più incisivi nella battaglia alla contraffazione, che tanto penalizza le nostre merci non solo nei mercati interni ma anche in quelli più interessanti per le esportazioni. Il contrasto alla falsificazione di marchi e prodotti dovrà essere svolta anche tramite la realizzazione di appositi osservatori sovra regionali;

Per il Lavoro ritengo necessario:

  • valorizzare maggiormente la contrattazione di secondo livello, compresi gli accordi di prossimità cioè quegli accordi a livello aziendale o territoriale (a seconda delle tipologie contrattuali) con cui le parti sociali, negoziano autonomamente quote di salari, produttività e organizzazione del lavoro, condividendo a livello regionale, alcuni ambiti di intervento. Agevolare la contrattazione collettiva di secondo livello vuol dire facilitare nuove iniziative riguardo l’accesso al mondo del lavoro, il welfare aziendale, l’organizzazione del lavoro e le politiche di ricollocazione;
  • rafforzare tutti i progetti che promuovano iniziative volte alla ricollocazione di lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali;
  • valorizzare l’apprendistato formativo, costruendo un vero e proprio sistema che consenta ai giovani in assetto di lavoro di acquisire titoli di studio (qualifica, diploma, laurea);
  • creare nuovi Istituti Tecnici superiori, in grado di sintetizzare al meglio il rapporto fra cultura scientifica e tecnologica, contribuendo a rafforzare e rivitalizzare la cultura tecnica del nostro Paese per continuare a formare figure professionali adeguate alle nuove esigenze del mercato del lavoro;
  • valorizzare e incentivare le iniziative di welfare aziendale innovative portate avanti dalle imprese, quali la flessibilità, la conciliazione dei tempi di lavoro con la famiglia, l’assistenza sanitaria integrativa e l’attivazione di programmi per le pari opportunità;
  • incentivare le imprese che creano nuovi posti di lavoro attraverso un uso premiale della leva fiscale, in particolare per chi assume giovani e donne;
  • implementate e rafforzate le iniziative volte alla riduzione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori anche attraverso la possibilità di defiscalizzazione e decontribuzione dei costi sostenuti da persone e imprese per la formazione e lo sviluppo del capitale umano.

8) Più Commercio e Più Artigianato

COMMERCIO

Per quanto riguarda il commercio, è necessario agevolare i negozi di vicinato, stabilendo nuovi criteri, legittimi e legali, per favorire un corretto equilibrio tra piccole e grandi strutture di vendita in tutto il territorio toscano. A questo scopo è opportuno effettuare un preciso monitoraggio dello stato attuale, anche con la possibilità di effettuare una moratoria nel rilascio di ulteriori autorizzazioni. Occorre incentivare contestualmente: i “Centri Commerciali Naturali”, attraverso un sistema di fidelizzazione territoriale, il commercio di vicinato nei centri urbani e lo sviluppo di strutture attrezzate per le aree destinate ai mercati anche per ridare vita ai centri storici. Questi Centri Commerciali Naturali possono essere il fulcro da cui devono partire i network turistici locali che, oltre alle attività commerciali, coinvolgeranno anche le strutture ricettive, ristorative, di svago nonché i sistemi museali. Questo è necessario anche per migliorare e rendere più attrattiva e completa l’offerta turistica.

Bisogna comunque iniziare a porre limiti al liberismo sfrenato tipico della grande distribuzione non correttamente pianificata. La grande distribuzione ad ogni costo, con la creazione di enormi centri commerciali, divora il nostro territorio, piega le gambe al commercio tradizionale, inaridisce e desertifica i centri urbani, allontana i consumatori dai negozi tradizionali creando così difficoltà agli esercizi diffusi.

Senza specificità, senza lo smercio dei nostri prodotti di filiera corta, si assiste ad una partita economico finanziaria priva di valori culturali ed identitari che va necessariamente invertita.

ARTIGIANATO

C’è bisogno di norme nuove per il comparto dell’artigianato che semplifichino le procedure per aprire un’attività artigianale e che assicurino contributi pubblici molto preziosi per lo start up delle aziende.  E’ quindi estremamente necessario valorizzare la figura del maestro artigiano, come docente per i neofiti e contemporaneamente istituire la bottega scuola, laboratorio empirico del maestro artigiano dove trasmettere le conoscenze e le esperienze sugli antichi mestieri artigianali compresi quelli a rischio di estinzione. Così come è necessario promuove le eccellenze dei nostri artigiani e dare regole certe a tutti, consumatori compresi. Una nuova legge, quindi, che punti a riformare e migliorare profondamente l’artigianato, comparto prezioso per la piena valorizzazione delle peculiarità del nostro territorio.

9) Più Turismo

Dopo l’inefficienza e l’inefficacia dimostrata dal precedente governo regionale, è necessario, anche alla luce dell’emergenza attuale, approvare subito una nuova e moderna legge sul turismo che è un settore trainante della nostra regione e che va riconsiderato completamente, vista la sua importanza strategica per il nostro sistema produttivo e che va posto al centro di una seria politica economica, fiscale ed industriale che possa rilanciare la nostra Toscana perché il turismo è patrimonio comune ed occasione di sviluppo per la crescita economica ed il lavoro.

E’ quindi prioritario:

  • la piccola e la media impresa deve essere al centro delle strategie per la crescita del turismo e le parole chiave che devono segnare la giusta direzione sono: sostenibilità, innovazione e sviluppo. Sono quindi necessari segnali rapidi per ridare fiducia a un settore che se da un lato ha perso molto negli ultimi anni, ha dall’altro la capacità e la possibilità di ripresa sin da subito. Attorno al mondo del turismo si muove un grande indotto che può ridare un grande ritorno in termini di economia reale. Servono quindi specifiche politiche quadro che sappiano coniugare qualità della vita e opportunità di lavoro per la comunità residente insieme alle occasioni di svago per i turisti;
  • l’abbassamento della tassazione e incentivazione del settore turistico con agevolazioni fiscali per gli investimenti, i miglioramenti aziendali e la stabilizzazione dei lavoratori;
  • la valorizzazione e la normalizzazione delle concessioni balneari per garantire il rilancio degli investimenti, superando l’attuale incertezza normativa, ancora oggi presente, legata alle modalità di rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali ad uso turistico – ricreativo;
  • lo sviluppo del turismo esperienziale, favorendo il prolungamento della stagione, considerato anche che esiste una straordinaria quantità di prodotti turistici da valorizzare: turismo della cultura; turismo religioso; turismo del paesaggio; turismo balneare e del mare; della natura e faunistico; turismo dell’enogastronomia; turismo del Made in Toscana; turismo termale e del benessere; turismo short break; turismo outdoor e dello sport; turismo congressuale; turismo giovanile; turismo delle arti e dello spettacolo; turismo crocieristico, ecc. ecc.
  • attuare specifiche politiche di sostenibilità delle mete turistiche (manutenzione e cura del patrimonio turistico, preservazione del territorio, gestione efficiente del decoro urbano, dei sentieri, del verde pubblico, dei mezzi e delle infrastrutture per il trasporto, dei locali pubblici ad uso turistico, pulizia del mare). Queste politiche vanno attuate in un’ottica comprensoriale e pertanto bisogna incoraggiare e supportare gli Enti locali per mettere a sistema comune la gestione dell’accoglienza e del decoro intesa in senso ampio.
  • valorizzare maggiormente il vero Agriturismo e cioè la sinergia tra ambiente, agricoltura e turismo, sostenendo quindi i nuovi flussi di ecoturismo, quello che viene definito turismo sostenibile ed in senso più ampio turismo responsabile, rispettoso della cultura e della società locale, con destinazione verso i parchi naturali e le aree protette di terra e di mare, l’escursionistico, lo sport outdoor, l’enogastronomia, l’ospitalità diffusa e appunto gli agriturismi.

Per finanziare le mie proposte intendo:

  • favorire una strategia strutturata per una diversa e più efficace promozione turistica in Italia e all’estero con l’utilizzo dell’Imposta di Soggiorno e/o del Contributo di Sbarco come “Contributo di scopo” esclusivamente per il turismo. E’ quindi indispensabile realizzare politiche a sostegno del turismo, in particolare per costruire sia la domanda che l’offerta, da concertare con le associazioni e con le imprese, consentendo così un collegamento diretto tra imposizione e destinazione del gettito.

10) Più Agricoltura

L’agricoltura toscana è un settore di estrema importanza e strategicità nella nostra regione: una tradizione di alta qualità e di eccellenza che merita il sostegno e la promozione attraverso ogni strumento a disposizione.  E’ oggi necessario avere più a cuore le questioni del comparto agricolo, consapevoli della sua assoluta rilevanza all’interno della nostra politica di sviluppo economico e territoriale.
Il nostro obiettivo per sostenere il settore primario in questa delicata fase economica è quello di continuare a favorire il taglio netto della burocrazia e dei costi alle imprese, oltre che a dare impulso a nuove iniziative per promuovere le filiere e i prodotti tipici. E’ necessario quindi sviluppare un “Progetto per una Filiera tutta Toscana” che possa servire a superare la crisi che attanaglia anche l’economia agricola. Per molti comparti è necessario e strategico superare il giogo delle speculazioni che si annidano nel lungo tragitto della filiera che inizia con il produttore e finisce con il consumatore. E’ inoltre estremamente importante riconoscere il valore dei Mercati, delle Botteghe e dei Punti di vendita diretta in termini di ampliamento della concorrenza nelle modalità di distribuzione, di trasparenza e convenienza per i consumatori per favorire oltre che le aziende agricole anche la crescita delle economie locali e la sostenibilità ambientale, grazie al principio del “Km 0”. Così come è necessario estendere, a partire dalla GDO, il così detto “diritto allo scaffale” per i prodotti della filiera agricola toscana firmata dai nostri agricoltori per consentire di valorizzare i territori con i loro prodotti di eccellenza.

Oltre a queste azioni va supportato e soprattutto agevolato l’accesso ai finanziamenti della Politica Agricola Comunitaria (PAC) a favore delle aziende.  Nell’ambito della tutela del settore ed in generale del territorio, una delle principali innovazioni legislative deve riguardare l’introduzione per legge del principio di suolo agricolo quale “bene comune”, tracciandone una definizione che in futuro dovrà servire a orientare tutte le leggi regionali.

Per salvaguardare la vocazione agricola della Toscana ed in particolare della provincia di Livorno, è quindi necessario:

  • sollecitare il governo ad una revisione della tassazione delle aziende;
  • supportare le tante imprese agricole toscane che hanno compiuto grandi sforzi sul fronte della qualità e della sicurezza alimentare e che pertanto pretendono la trasparenza commerciale ed in primo luogo l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del prodotto agricolo per tutte le produzioni agroalimentari;
  • combattere quindi gli “attacchi” da parte della così detta “agro pirateria” che compie un vero furto di identità dei prodotti, immettendo sul mercato locale e non solo massicce quantità di prodotti falsi ma spacciati come Made in Tuscany. Ciò avviene nonostante le migliaia di controlli effettuati dalle forze di polizia e dagli enti di vigilanza preposti. Per meglio contrastare tale situazione si ritiene prioritario che la Regione chieda al governo centrale un sempre maggior coordinamento tra gli enti e organismi preposti ai controlli, in modo di programmare meglio l’attività e allargare il numero dei controllati;
  • particolare attenzione deve essere posta dalla Regione, anche attraverso le autorità garanti della concorrenza e del mercato, nei confronti della distribuzione organizzata che è molto presente sul nostro territorio. Negli ultimi anni si è assistito, positivamente, ad una maggiore attenzione verso le produzioni del territorio rafforzando di fatto la cultura del Km Zero, della stagionalità e della tutela del territorio da cui proviene il cibo. Ora però è il momento di evitare che determinate situazioni commerciali divengano “monopoli” che a loro volta potrebbero imporre formule contrattuali vessatorie per le imprese agricole, vendite sottocosto pagate dagli agricoltori (i famosi 3×2) mettendo a rischio la tenuta economica delle imprese;
  • porre il massimo impegno per sostenere maggiormente la nostra agricoltura considerato che il settore agroalimentare e la filiera del vino e dell’olio sono due biglietti da visita della Toscana nel mondo e rappresentano un volano di sviluppo per i nostri distretti produttivi, generando ricchezza diffusa ed occupazione;
  • orientare le scelte volte a favorire la produttività e la competitività delle aziende agricole adattandole il più possibile alle peculiarità dell’agricoltura toscana, che è di qualità e non estensiva introducendo anche norme di difesa del suolo agricolo e che incentivino la permanenza dell’agricoltura sul territorio;
  • ogni politica di tutela del territorio non può essere sviluppata a compartimenti stagni ma deve essere inquadrata in una filosofia complessiva: nel campo più generale della difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico, l’agricoltura deve rivestire un ruolo preminente. Bisogna perciò mettere un freno importante e deciso al consumo del suolo agricolo che in 50 anni si è ridotto di oltre 55mila ettari;
  • si ribadisce quindi anche la possibilità, per i Consorzi di Bonifica, di avvalersi, grazie al principio della multifunzionalità, di aziende agricole e forestali locali per svolgere interventi di manutenzione dei corsi d’acqua, in tal modo consentendo, a fronte di una minima integrazione di reddito, un presidio importante e puntuale del territorio a difesa della collettività;
  • risolvere definitivamente la situazione della fauna selvatica che nella nostra regione è fuori controllo e che oramai si è impadronita di campagne e boschi, mettendo a repentaglio il diritto di fare impresa degli agricoltori che abbandonano la lavorazione dei campi con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della manutenzione del territorio e del paesaggio. Bisogna provvedere da subito con interventi seri di abbattimento selettivo, che non si limitino ai soli terreni “liberi, ma siano estesi all’intero territorio. Infatti, è oramai chiaro che gli animali trovano ricovero in aree destinate a parchi o riserve, vanificando così tutti gli sforzi che vengono posti in essere per il loro contenimento;
  • abbattere i costi burocratici che purtroppo pesano sulle imprese agricole: si tratta di un obiettivo di fondamentale importanza, dato il carico amministrativo e finanziario che grava sulle stesse;
  • favorire l’accesso al credito e l’incontro tra le banche e le imprese agricole;
  • operare una decisa politica di rilancio delle politiche agricole per le isole data anche la particolare condizione dimensionale delle aziende per le quali bisognerà inoltre prevedere pratiche burocratiche ulteriormente ridotte al minimo anche per accedere a facilitazioni, aiuti e finanziamenti;
  • rilanciare l’imprenditoria giovanile in campo agricolo attraverso la riduzione fiscale per i giovani che aprono imprese agricole;
  • supportare l’agriturismo facilitando l’accesso ai finanziamenti a tutte le aziende agrituristiche, creando un sistema promozionale unico e dando ordine al settore attraverso una maggiore programmazione degli insediamenti;
  • incentivare schemi di gestione mista tra aziende di piccole dimensioni e contoterzisti, che vedano il management affidato all’imprenditore agricolo e il lavoro alla azienda contoterzista. Questo permetterebbe anche alle aziende agricole di dimensioni ridotte, e che non hanno la forza economica per acquistare nuovi macchinari, di accedere a tecnologie di ultima generazione;

11) Più Sport

Mens sana in corpore sano
Spesso quando si parla di sport, si pensa solo al calcio. In realtà lo sport è costituito da realtà caratterizzate da molteplici discipline, però spesso poco valorizzate e dotate di esigue risorse economiche.  In Toscana operano migliaia di associazioni sportive che costituiscono lo sport di base, capillarmente diffuso, fortemente incentrato sul volontariato e principalmente indirizzato ai giovani. Il mio Governo regionale dovrà intervenire per sostenere in modo continuativo con contributi più cospicui queste innumerevoli realtà, sia per l’attività ordinaria che per manifestazioni ed eventi così come dovrà sostenere con contributi a rotazione, o con agevolazioni al credito, la riqualificazione di tutti gli impianti esistenti attraverso la realizzazione di impianti innovativi per sostenibilità energetica e polifunzionalità.

Un obiettivo primario sarà il Piano di Monitoraggio dello Sport in Toscana, per favorire il riequilibrio delle strutture sportive presenti e delle attività sportive svolte sul nostro territorio in base ai bacini di utenza reale e prospettica, garantendo la dovuta attenzione alle diverse discipline.

Dato che una quota rilevante del nostro territorio è bagnata dal mare, occorrerà valorizzare questo ambiente naturale anche sul piano sportivo.  Senza dimenticare che la Toscana con il suo territorio ed il suo paesaggio è una palestra all’aperto per cui sarà necessario favorire l’implementazione e il sostegno alla valorizzazione di tutti gli sports outdoor, anche in chiave di offerta turistica.

Sport come benessere
Lo sport non può essere solo spettacolo, agonismo e tifo ma deve essere considerato uno stile di vita. La mia Regione dovrà quindi favorirne la pratica al fine di concorrere alla tutela della salute dei propri cittadini, attuando specifici programmi per tutte le fasce di età in collaborazione con tutti i soggetti di base dello sport toscano.

Inoltre per favorire l’aggregazione e la prevenzione dalle devianze sarà fondamentale promuovere l’attività sportiva dei giovani sia nelle associazioni sportive che nelle scuole, da quelle dell’infanzia fino all’università, in collaborazione con il CONI, le varie Federazioni, l’Ufficio Scolastico Regionale e le Facoltà di Scienze Motorie toscane.

Un’azione innovativa dovrà essere l’attivazione di voucher per lo sport per i giovani appartenenti a famiglie in difficoltà, voucher da utilizzarsi sia durante l’anno scolastico che presso i campi estivi.

Dovrà inoltre essere posta la massima attenzione, in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano Paraolimpico), alla promozione e al sostegno sia dello sport per le persone con disabilità che delle loro manifestazioni e competizioni.